Abbiamo ricevuto in redazione, nella giornata di ieri, una telefonata, da parte di uno dei leader del Movimento Politico cosiddetto degli “Anti-Medici”, in cui ci ha richiesto una intervista, dopo aver profuso una infinità di lodi nei confronti della nostra testata giornalistica per la assoluta imparzialità nella esposizione dei fatti separati dalle opinioni. Il cronista si è presentato, come sempre, puntuale all’appuntamento
Da uno degli inviati.
Attendo l’arrivo dell’esponente politico nella saletta riservata al piano superiore di un noto bar del paesino montano.
Arriva neanche dopo dieci minuti di attesa, ci accomodiamo ad un tavolo e ordiniamo qualcosa da bere.
-Allora, come devo chiamarla ? –
|| Mi chiami pure con il nome di battaglia che ho scelto per queste elezioni: Mercurio Alato ||
-Come il messaggero degli Dei. Complimenti, bel nome. Allora, signor Mercurio, prima di iniziare mi toglie una curiosità?
Perché tanta acrimonia nei confronti dei medici ? –
|| Guardi, quand’ero piccolo e mi chiedevano “Cosa vuoi fare da grande ?”, rispondevo “il sindaco”. Ma i miei avevano su di me altri progetti; volevano che mi laureassi in medicina.
Ho vissuto parte dell’infanzia e tutta l’adolescenza con questo lacerante dualismo interno che mi ha perseguitato per troppo tempo. Ormai il binomio sindaco-medico era un tutt’uno in me. ||
- Fino a quando…-
|| Fino a quando, per una serie di circostanze che non sto qui a dire, è svanito uno dei sogni cui aspiravo: conseguire la laurea in medicina. ||
- Non vedo ciò come una tragedia. Neanche io sono laureato in medicina.-
|| Forse per lei non lo sarà. Ma questo fatto ha pregiudicato la realizzazione dell’altro sogno nel cassetto: fare il sindaco. ||
- Veramente… non riesco a seguirla. –
|| Dopo diverse sedute, ho avuto una crisi di rigetto; per questo motivo, così come ha detto il mio analista, non riesco ad accettare chi mi ha espropriato di un sogno legittimo. ||
- Ma allora, visto che ha ormai sciolto il risvolto psicologico del problema, le consiglio di candidarsi a sindaco nelle prossime amministrative.-
|| Era quello che volevo sentire. Essere candidato da qualcuno. ||
- Ma io sono un cronista. Non ho potere di candidare nessuno. -
|| Sarò franco. Il nostro direttivo aveva deciso di candidare a sindaco il primo che sarebbe passato alle ore 18 di domenica prossima davanti alla nostra sede. ||
- Ma che fate, riproponete lo spot della Fiat, riveduto e corretto ? –
|| L’idea più intelligente partorita dal direttivo era proprio questa. Ma io ho proposto un emendamento che lascia al primo che passa la possibilità di scegliere il candidato sindaco.
E lei alle ore 18 di domenica passerà, per caso, davanti al numero 100 di via Umberto I.
Naturalmente ci darà anche tutto l’appoggio di cui il suo giornale è capace ||
- Ma sta scherzando !?!? Non mi presterò a queste cose. –
||Mi aiuti. Se il mio emendamento non avrà esito positivo sicuramente sarò inviato da tutta l’assemblea a Baghdad. ||
- A fare che ? –
|| A fare lo scudo umano. ||
- Ci penserò. Comunque auguri. –
il cronista è contro ogni guerra